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Dante Alighieri

di Silvia Colangelo, Sara Giordano

La Divina Commedia

 

Il tempo e il titolo

Tra il 1305 e il 1321 Dante scrisse la commedia ispirandosi all’opera di Boezio, ”De consolatio philosophie” (l’appellativo Divina è stato aggiunto da Boccaccio nel 1555). Dante attribuisce alla sua opera il titolo di Commedia e ne spiega anche le ragioni: perché il contenuto anche se orribile e pauroso all’inizio (inferno) presenta un finale lieto, felice (paradiso); e perché lo stile è” dimesso e umile” rispetto a quello “ elevato e sublime” della tragedia. L’appellativo Divina divenne poi definitivo e sta a indicare l’eccellenza dell’opera.

 

La struttura

Scritta in lingua volgare, la Divina Commedia è un vasto e complesso poema in versi suddiviso in tre cantiche: inferno, purgatorio, paradiso, di 33 canti ciascuna.

Complessivamente però i canti sono 100 poiché se ne aggiunge uno con funzione introduttiva all’Inferno.

I versi sono endecasillabi raggruppati in terzine alternate a rima incatenata.

La struttura della divina commedia è tutta costruita sul numero uno e tre: l’uno significa l’unità di Dio, il tre la Trinità. L’intero poema quindi è dominato, dunque, dall’idea d Dio, uno e trio, principio e fine, salvezza e felicità dell’intero universo.

 

Il contenuto

La Divina Commedia narra un immaginario viaggio compiuto dal poeta, iniziato l’8 aprile del 1300 e durato sette giorni, attraverso i tre regni ultraterreni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.

Smarritosi inizialmente in una selva oscura, che simboleggia la vita peccaminosa, Dante viene soccorso dal poeta latino Virgilio che lo conduce fino al Paradiso Terrestre. Qui lo attende Beatrice, la donna amata nella giovinezza, che lo guida attraverso i Cieli fino all’Empireo, sede di Dio.

 

La Vita di Dante Alighieri

Le opere minori

La Divina Commedia

Inferno

Purgatorio e Paradiso

 

 

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